venerdì 24 gennaio 2014

Zuppa semplice di arachidi, come riciclare le arachidi delle feste (2°parte)


Credevate forse che con il burro di arachidi home-made io avessi esaurito le scorte? neanche per idea!!! quest'anno non mi capacito e non riesco a capire il motivo per cui nelle feste la mia casa sia stata invasa dalle arachidi...forse perchè tutti quelli che son passati di qua ne han portato un sacchetto, sapendo quanto mi piace rompere il guscio facendolo scrocchiare tra le mani e tornare con il ricordo all'infanzia quando, dopo cena, si chiacchierava/sgranocchiava attorno al tavolo e la montagna dei gusci di mio padre era immancabilmente ed imbattibilmente la più alta. Quasi terapeutico, mi rilassa...se non che l'automaticità del gesto e il caldo sapore delle arachidi sono 'addittivi' per me e spesso mio marito deve correre ai ripari nascondendomele :-)
Me ne avrà nascoste troppe, chissà! allora occorre impiegarle prima che si irrancidiscano.
In Cina ho visto molte zuppe a base di arachidi, la più famosa è la cosiddetta Chicken feet peanuts soup di cui, pur avendo un buon profumo, non sono onestamente riuscita ad apprezzare il 'pezzo forte' ovvero le zampe di gallina che con disinvoltura la gente sgranocchiava per strada (anche come semplice snack...) Probabilmente è solo un problema generazionale, più che culturale, dal momento che ho visto tranquillamente i miei italianissimi nonni mangiarle quando ero più piccola e so che in molte parti d'Italia si mangiano correntemente. Magari un giorno riuscirò ad assaggiarle anche io...
Ho deciso di preparare la mia zuppa di arachidi (vegan) dal sapore così delicato e sofisticato da essere idealmente anni luce dagli hutong di Beijing :-)
Provatela, non ci vuole niente per prepararla e stupirà i vostri commensali ; -)


con questa ricetta partecipo al contest di Cortesie in cucina


lunedì 20 gennaio 2014

Pan di carota (ovvero lievito madre e scarti centrifugati)


Ho deciso di pubblicare questa ricetta che giaceva nei miei appunti (e nel mio cellulare) dopo essermi imbattuta per caso (e per fortuna!!!) nel libro e successivamente nel blog di Lisa Casali (rispettivamente Autoproduzione in cucina e www.ecocucina.org). Già perchè come sapete ho un rapporto quasi 'reverenziale' con il cibo, adoro esplorare cucine altrui e provare un pò di tutto, ma detesto gli sprechi a 360°. Per cui sono stata molto felice di trovare qualcuno che, come me, ha deciso di utilizzare gli 'scarti' per creare nuovi sapori e nuove ricette, anzi mi ha dato una 'spinta' a rendervi partecipi di questo pane inaspettatamente buono, sano ed a costo irrisorio... inventato per recuperare gli scarti centrifugati. Di cosa? delle carote impiegate nella preparazione della favolosa Gluten free carrot cake!!! Eh sì, uso poco la centrifuga proprio perchè mi spiace buttare così tanta 'porzione' di frutta e verdura, ma quella ricetta lo prevedeva... Ai tempi decisi di non buttare lo scarto, ma di conservarlo nell'immancabile freezer in attesa di un'idea. Idea che arrivò poco dopo, con questo pane, quasi per caso. Lo preparai, lo fotografai, lo mangiammo, ma temevo fosse un pò troppo 'estremo' come riciclo da proporre pubblicamente pur essendo un pane insolito e molto buono, in tutti i sensi. Per cui l'incontro virtuale con qualcuno che non solo usa gli 'scarti' nella propria cucina, ma anche ci costruisce attorno un blog e un libro bhè mi ha fatto sbocciare un sorriso enorme sul volto :-)
Ed ecco a voi, quindi, questa ricetta per una cucina veramente a zero scarti e tutto gusto!!!


con questa ricetta partecipo al contest del blog cortesie in cucina

venerdì 17 gennaio 2014

Brut e bun classici


Dopo la disavventura dei panettoni non avete idea di quanti contenitori pieni di albumi avessi in frigo! andavano ad ammonticchiarsi a fianco di quelli, sempre colmi di albumi ovviamente, residuati dalla preparazione della sfoglia all'uovo (prodotta in quantità esagerata) per le lasagne del pranzo di Natale. Sono onesta non ho avuto il coraggio di pesarli, anzi ho cercato di infilarli un pò ovunque in qualsivoglia frittata per cercare di ridurne la quantità...niente da fare! sembrava si riproducessero la notte... Insomma le meringhe non mi parevano una buona idea, anche perchè dopo che l'ultima volta (sempre per riciclo) ne feci tre infornate di tre piani ciascuna, ne ho ancora sparse un pò in tutta la casa...ancora un pò e ci faccio dei soprammobili con le meringhe... Allora perchè non attingere direttamente dalla tradizione della mia regione? Ecco allora questi 'brutti e buoni', nella loro versione più classica e semplice.
Vi lascio però un paio di 'dritte' per ottenere un sapore veramente contadino (i migliori brut e bun-per inciso- rimangono quelli della mia prozia, i miei vengono subito a ruota ; -)  )


Innanzitutto evitate il mixer, tornate all'atavico batticarne. Le nocciole devono essere tritate grossolanamente perchè possano essere viste nel prodotto finito e scrocchiare sotto i denti, quindi sarebbe inutile una 'farina' di nocciole. Poi tostate da voi  le nocciole perchè otterrete un sapore più deciso, anzi vi direi (se potete) di prendere in mano l'apposito attrezzo e di scaricare lo stress sgusciandole voi stessi come si faceva un tempo. Poi  (se potete) sborsate qualcosa in più per procurarvi la varietà Tonda Gentile del Piemonte...non ha paragoni!
Dimenticavo! Non servono aromatizzazioni particolari, anche se ne troverete girovagando in rete, né grosse variazioni sul tema. I nostri contadini non avevano tante pretese (nè tanta disponibilità di materie prime) quando si trattava di metter mano a questo dolcetto!

da destra: meringa, brut e bun classico, brut e bun mandorla


venerdì 10 gennaio 2014

Panettone nocciola e gianduia a lievitazione naturale


Vi presento la ricetta che durante queste festività mi ha fatta impazzire. Lo sa bene il pasticcere Jerry, l'ideatore, con cui ho avuto intensi scambi di messaggi...Già perchè tutto parte da una promessa fatta a mio fratello 'Per il tuo onomastico -Santo Stefano, ndr- ti porterò un panettone alla nocciola e gianduia!'
Così mi son messa subito al lavoro, affidandomi senza indugio appunto alla ricetta del pasticcere (sconfinata fiducia, dopo la riuscita delle Colombe pasquali!) che ho seguito alla lettera. Il primo impasto è andato benone, lievitando discretamente...Il secondo è invece stato un disastro, diventando spumoso, scordato, ingestibile..mi veniva da piangere!! dove era l'errore? avrei detto troppi grassi, troppo burro insomma...perchè? ho tentato comunque di spostare l'impasto (a cucchiaiate che abominio!!!!) nello stampo e procedere con la lievitazione..che non è mai avvenuta... e con la cottura... niente da fare, niente salita e niente cottura all'interno anche prolungandone i tempi e i gradi...Cocciuta come un mulo ho preso l'unico dei panettoni/sgorbio che sembrava aver raggiunto una bella forma a cupola e una discreta colorazione e  ho pure provato a  infilzarlo con gli appositi spuntoni per capovolgerlo...splaaat! tutto per terra :-( sia io che il pasticcere via internet ci interrogavamo senza risposta su cosa era stato sbagliato, dove era l'errore???? ho cercato di recuperare il più possibile trasformando lo pseudopanettone in base per un tiramisù alla nocciola e gianduia :-)
Comunque occorreva risolvere l'arcano mistero, non ci riuscivo a dormire la notte. Sempre più cocciuta ho deciso di rifare tutto, questa volta ammetto di aver ridotto un pò la dose delle gocce di cioccolato (non avrei mai voluto sprecare nuovamente del cibo!)
Eureka!!! caro Jerry il mistero è stato svelato: era un problema della bilancia! si era starata del tutto tra un impasto e l'altro!!! ecco perchè, con delle dosi sbagliate, non era riuscita la ricetta al primo colpo! :-)
Cambiando bilancia tutto è filato liscio come l'olio, anzi come il burro :-)
Lo so, non son riuscita a portare per Santo Stefano il panettone, ma per Capodanno non è assolutamente mancato!!!! (e scusate per le foto, ma sono riuscita per un pelo a scattarle prima che si scatenassero mani e coltelli!!!)


Potete trovare la ricetta originale qui

lunedì 6 gennaio 2014

Burro d'arachidi home made, come riciclare le arachidi delle feste


Sono ufficialmente finite le feste (sigh!) e come ogni anno mi trovo a dover gestire una gran quantità di avanzi...questa volta mi è andata bene e non ho avuto molti panettoni da reinventare, anche perchè girando voce tra i conoscenti ed amici che i panettoni me li faccio in casa con il lievito madre e quintali di pazienza nessuno si è azzardato a regalarne uno ;-) In compenso, di arachidi in guscio me ne son avanzate come non mai!
Ecco come sono riuscita a 'riciclarle' senza grossa fatica.
La prima idea che mi è balzata in mente, ovviamente, è stato il burro di arachidi, per cui servono meno di 15 minuti. Adoro il burro di arachidi, ma purtroppo, oltre ad aver finito la riserva presa in U.S.A. nel corso dell'ultimo viaggio, è decisamente raro riuscirlo a trovare qui nei supermercati.
Su vari siti americani di cucina ho letto di sgusciare e quindi tostare le arachidi in forno, così ho fatto, ma non credo che evitando il passaggio di tostatura si ottenga un risultato dissimile.
Ovviamente se vi piace 'smooth' impiegherete qualche minuto in più di mixer, in caso lo vogliate 'crunchy' evitate di tritare eccessivamente le arachidi oppure potete fare un aggiunta di una parte macinata a grana grossa alla crema liscia. Senza dubbio potete personalizzare il burro d'arachidi come più vi piace, ad esempio aggiungendo gocce di cioccolato oppure aromatizzazioni varie.
Non so dirvi quanto si conservi, direi poco perchè son troppo golosa!!! :-)


domenica 5 gennaio 2014

Cachi acerbi all'Arneis



Partiamo dal fondo: sapevo che sarebbe andata  a finire così! Mi riferisco ai cachi del vicino di casa, lasciati come ogni anno a marcire sull'albero giorno dopo giorno, gelata dopo gelata...Lo sapete odio sprecare il cibo e osservare che nessuno raccoglie dei frutti così 'bio' mi amareggia...


Ma quest'anno una piccola 'vittoria' c'è stata, sì, perchè ne son riuscita  a salvare alcuni! Giuro non ho rubato nulla, so bene che solo i frutti che cadono nella mia proprietà possono essere presi...già ma i cachi devono essere raccolti e lasciati maturare e se cadono spontaneamente dalla pianta, significa che non son più tanto mangiabili, direte giustamente! è vero, infatti sono caduti per sbaglio quando (totalmente fuori stagione) i vicini hanno finalmente deciso di 'potare' le fronde che rigogliosissime passavano dal nostro lato. Bhèeeee ragazzi a questo punto i frutti avevano toccato terra, per cui miei a tutti gli effetti :-) Cachi sodissimi, appena screziati di arancio, assolutamente acerbi, ma occorreva dare un senso alla loro esistenza! Così ho girato un po' in rete e ho trovato varie ricette con preparazioni più o meno laboriose e complesse per la loro conservazione in vasetto. Ovviamente questa é la mia ricetta per i cachi sott'olio, semplice e rapida, da dispensa, per accompagnare formaggi di media stagionatura.
Assolutamente da idea regalo natalizia! :-)


Con questa idea regalo partecipo al contest del blog La mia Cucina improvvisata